Nell’ultimo periodo, complici i numerosi incentivi che sono stati applicati dal governo per il settore dell’edilizia, la ristrutturazione, il ripristino di intonaci, rivestimenti, e tinteggiature, ha subito un incredibile balzo in avanti. Questo in realtà non è solo da imputarsi alle numerose agevolazioni messe in campo, ma anche dagli effettivi vantaggi che derivano dalla messa in opera di questi interventi. Oggi ti spiegherò quali sono le cause che portano a un deterioramento degli intonaci dei rivestimenti, e come e perché sia vantaggioso ripristinarli.
L’intonaco è la parte più esterna che riveste una abitazione, il suo compito è quello di proteggere gli elementi strutturali, e le murature interne, dagli agenti atmosferici. Potremmo infatti definirla come una sorta di pelle dell’edificio, che svolge principalmente una funzione protettiva nei confronti dalle aggressioni causate dagli agenti atmosferici. Le cause che concorrono a determinare un deterioramento di questo strato protettivo sono principalmente gli sbalzi termici, la creazione di condensa sulle superfici (dovuta ad esempio alla esposizione a nord), le cavillature, passando per le fessurazioni. Prima però facciamo un passo indietro e cerchiamo di comprendere come sia costituito un intonaco per capire poi le cause e i punti deboli. Un intonaco è generalmente costituito da leganti inerti in acqua che vengono miscelati a dovere per formare una sostanza lavorabile e farci il mente applicabile alla superficie. Sebbene spesso esso esplichi una funzione estetica, è altrettanto importante nella regolazione dello spessore delle superfici murarie e di protezione delle strutture dagli sbalzi termici dall’umidità. Sono proprio questi due elementi infatti che concorrono maggiormente a sottoporre a stress meccanico e termico questo strato, causandone, di conseguenza, la riduzione della vita media. Ma perché tutta questa attenzione per l’intonaco?
Come accennato in precedenza lo strato di intonaco è molto importante per assicurare un’adeguata protezione delle opere murarie sottostanti, e una corretta resa estetica. Più nello specifico infatti l’intonaco è suddiviso in numerosi strati che svolgono funzioni diverse. Lo strato di aderenza è importante per favorire l’adesione degli strati successivi al supporto in muratura. Lo strato centrale, denominato strato di fondo, costituisce una struttura atta a regolarizzare le imperfezioni presenti sulle superfici delle pareti; infine, lo strato di rifinitura, è in grado di conferire l’aspetto finale all’intonaco, ed è quello che solitamente viene posto a tinteggiatura o decorazione superficiale. Insomma, un intonaco in buono stato è in grado non soltanto di assicurare una buona resa estetica della propria abitazione, livellando le imperfezioni delle opere murarie sottostanti e garantendo l’aderenza della tinteggiatura; ma anche, e forse soprattutto, di assicurare un adeguato isolamento termico e di protezione dei muri sottostanti.
La prima operazione da compiere prima del ripristino di un intonaco è quella di comprendere le cause che ne hanno compromesso la struttura. Molto spesso si imputa all’acqua la colpa di deteriorare l’intonaco stesso, in realtà non è così. Un esempio è dato dalle strutture murarie affrescate presenti a Pompei che, prima di essere esposte all’aria, sono rimaste per oltre 20 secoli a un tasso di umidità relativa pari all’80 massimo 90%. Da questo dunque è possibile evincere che l’acqua non causa problematiche, ma la reale ragione del deterioramento della struttura, è da imputarsi alla sua evaporazione, e al formarsi di sali solfati, cloruri, i nitrati, che si cristallizzano nei primi otto 12 mm di superficie. Sono spesso questi la causa che portano al deterioramento dell’intonaco. Solitamente comunque per ripristinare questo elemento si procede a una sua totale rimozione, a un asciugatura della superficie, e all’applicazione del nuovo strato. Al fine di prevenire una sua precoce degradazione è opportuno mettere in campo di da subito delle strategie preventive: A tal proposito è opportuno indirizzarsi verso rivestimenti che spicchino in proprietà idrorepellenti, isolanti sia termiche che fisiche. Molto utile è inoltre l’applicazione di Più strati uno sopra l’altro, che assicurano una adeguata protezione e stabilità.
Anche in questo caso, il primo nemico delle tinteggiature dei rivestimenti superficiali delle facciate sono gli sbalzi termici, e l’aumento e il diminuire dell’umidità relativa. Questi due elementi infatti messi insieme sono in grado di causare numerosi danni sia alle facciate esterne che a quelle interne, ma non solo. Anche le vibrazioni continue possono inficiare la durata dei rivestimenti, come del resto anche la dilatazione o li ritiro dei materiali. Molto importante per la longevità dei rivestimenti e la composizione chimica: l’utilizzo infatti di prodotti resistenti all’umidità e agli sbalzi termici, è uno dei metodi più efficaci per prevenirne la degradazione. Nel caso invece che sia necessario un ripristino, è opportuno affidarsi a specialisti, che siano in grado di mettere in campo le conoscenze e le competenze acquisite nel settore, per assicurare un risultato ottimale, e una vita media dell’opera lunga. Anche in questo caso si procede per il ripristino dei rivestimenti delle tinteggiature con una totale rimozione dello strato precedente, e successivamente, dopo opportuna asciugatura della superficie, alla stesura dei nuovi elementi.